Certo ognuno la pensa come vuole … e ognuno porta acqua al suo mulino ma la recensione dell’album di springsteen oggi sul foglio non mi è piaciuta.
Non tanto perchè a lui l’album non sia piaciuto ma perchè parte sempre dal testo dalla lotta politica e dall’analisi di quello che quest’uomo va dicendo da anni.
A lui, come a molti, questo mondo non piace non gli piace la corsa all’arricchimento, non gli piace come le persone meno abbienti siano lasciate indietro e non gli piace tutto quello che bush ha fatto e lo canta canta la disperazione che ha vedendo il sogno americano scomparire.
Lo canta come un americano infelice che vede l’inizio e la fine di tutto prima con regan e poi con bush lo canta come un uomo di 58 anni che ha fatto di tutto per sfuggire al vietnam e che teme di vedere i suoi figli perire in una guerra che noin gli pare giusta.
Lo canta anche come un uomo che ha i suoi problemi matrimoniali che non devono interessare al fan ma certamente percolano e si insinuano nelle sue liriche.
Nellka recensione odierna non si gode della musica la si guarda come un ritorno agli 80 e ad un bruce meno ispirato.
Devo dire che a me l’album è piaciuto molto, non mi sono curato ancora dei testi perchè quello verrà dopo quando avrò voglia di meglio capire cosa ci sta dietro per il omento mi lascioassobire dalle melodi e dal trasporto di note che ti elevano l’anima e lo spirito.
Certo lui parla di un animo puttaniere di bruce che lui trova ispirato penso nella canzone di reno di devils and dust oppure di quello un po ubriaco delle seeger sessions.
Ecco devo dire che tornando indietro all’opera di springsteen questo ultimo (escludendo il progetto seeger sessions) è forse il lavoro migliore da lukcy town e human touch.
The ghost of tom joad in alcune canzoni era monocorde
The rising non mi aveva convinto del tutto e c’erano delle canzoni di cui avrei volentieri fatto a meno (ndr skin to skin e into the fire anche se il testo di quest’ultima è bellissimo)
devils and dust una buona metà album per poi cadere negli stessi problemi di the ghost …
In magic invece non sento canzoni deboli è un disco di 48 minuti compatto e con le chitarre urlanti forse banale all’occhio del musicista raffinato ma è puro rock and roll e certo non può tornare giovane ma non mi pare che lo faccia in ogni strofa che ho potuto cogliere dall’ascolto dellecanzoni si sente l’amarezza dell’uomo di 58 anni … che forse magari si troverà un giorno a cantare gaberianamente "la mia generazione ha perso" perchè alla fine questo mondo che non gli piace ha contribuito anche lui a costruirlo.
(ps per chi volesse leggere la recensione di stefano pistolini sul foglio di oggi 09/10/2007 sarà disponibile online a pagina 2 sul sito www..ilfoglio.it)
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