Mistificazioni
Ai tempi delle radiocronache di Nicolò Carosio lui raccontava dell’Italia sempre all’attacco e poi all’improvviso la palla dell’avversario entrava in rete.
Il suo quasi goal poteva voler dire qualsiasi cosa anche un tiro che fosse uscito dallo stadio.
Poi è arrivata la tv e i riflesi filmati della domenica sportiva hanno cominciato a farci capire che le cose non erano proprio come quelle raccontate dai radiocronisti.
L’era della tv a pagamento e della possibilità di vedere infiniti filmati di ogni partita, con commenti e immaigni diverse da quelle ufficiali ci hanno insegnato che il modo di raccontare le partite può cambiare a seconda del replay scelto e della voce del cronista.
In tutto questo i commentatori dei giornali continuano a raccontarti la partita come ai tempo di nicolò carosio e siccome hanno il nome di grande esperto i lettori si abbeverano alla fonte del suo commento e credono più a quello che dice l’esperto rispetto a quello che vedono con i loro occhi.
Quando leggo articoli come quello pubblicato oggi su calciomercato.com mi domando se lui ci faccia o ci sia. Mistifica una realtà di un gioco che è migliorato e di calciatori che sapevano fare meglio il loro lavoro, certo rimane il mistero del perchè Taarbat non abbia giocato dal primo minuto contro il Parma … ma l’allenatore ha forse deciso di provare a giocare più accorto contro una squadra che con Biabini e Schelotto poteva fare a fette il lento centrocampo del Milan e il suo pressing timoroso.
I giornalisti sembrano non aver imparato che oggi giorno le persone possono abbaverarsi alle fonti, cercare la sorgente della notizia e informarsi al di fuori del mistificante lavoro dell’opinionista.
Ogni volta che ho letto un articolo su un argomento nel quale ero particolarmente ferrato, più autorevole era l’opinionista meno aderente alla realtà che conosco.
E proprio per questo che i media tradizionali sono andati in crisi, non sono abbastanza rapidi nel raccontare la notizia in tempo reale e spesso sono mistificatori nei pezzi di opionione. Se aquesto si somma il fatto che nella nosetra cultura giornalistica non esiste l’opinionista ma esiste solo il cronista e che spesso poi tutti i pennivendoli sono schierati dalla stessa parte quindi non vi è contraddittorio solo diverse narrazioni dello stesso punto di vista.
Sarebbe bello che i giornalisti la smettessero di credere che indossiamo tutti gli occhiali verdi come nella città di smeraldo del grande mago di oz e che cominciassero ad evitare di pensare che noi si sia tutti con l’anello al naso e si sia tutti boccaloni.
“Trust none of what you hear (trust none of what you hear)
And less of what you see
This is what will be (this is what will be)
This is what will be”http://www.youtube.com/watch?v=AFEkIjw_sy0
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